I bambini che subiscono quotidianamente episodi di violenza assistita non presentano traumi fisici: non si presentano a scuola con occhi neri o lividi, ed è questo a rendere difficilissimo il riconoscimento del problema.
Ciò nonostante, i loro comportamenti rivelano molto: i bambini vittime di violenza assistita possono infatti presentare deficit cognitivi, comportamentali o addirittura clinici.
Uno spettro molto ampio di problematiche che è quasi impossibile ricondurre ad un unico episodio, ma che afferiscono invece ad una quotidianità violenta, subìta tra le mura di casa.
Per questa ragione è importante sostenere i minori nel migliorare le proprie performance scolastiche. Lo “spazio compiti”, oltre all’obiettivo didattico, prevede la possibilità per i minori di sperimentare nuove modalità relazionali. Le operatrici, dopo una fase di osservazione, elaborano un Piano Educativo Personalizzato che viene condiviso con la madre e, quando possibile, con le insegnanti per mantenere una continuità negli obiettivi.
Sono previste anche attività di gioco guidato finalizzato a favorire l’espressione e verbalizzazione dei propri vissuti emotivi a volte difficili da nominare e da riconoscere.
I percorsi possono essere individuali e /o di gruppo.