L’assenza di un’autonomia economica è tra i primi motivi che non consentono alla donna e ai minori di interrompere la violenza e causa spesso una disparità di potere nel nucleo familiare che giustifica maltrattamenti di tipo psicologico ed economico. Accanto all’impossibilità di riprogettarsi in un contesto di vita autonoma, l’assenza di lavoro e la dipendenza dal partner maltrattante espongono la donna ad alto rischio di emarginazione sociale e di povertà.
L’obiettivo progettuale è di coniugare i percorsi di interruzione della violenza con l’integrazione sociale e lavorativa delle vittime, favorendo pertanto la riuscita del progetto di autonomia e di “demarcazione” dal partner maltrattante e il reinserimento nel tessuto sociale cittadino.
Facilitare la costruzione di un’autonomia economica significa anche diminuire il tempo dei percorsi al centro antiviolenza, riducendo i costi sociali legali al contrasto della violenza domestica.
Gli incontri previsti sono volti a supportare le utenti nell’inserimento/reinserimento nel mondo del lavoro tramite l’analisi delle attitudini e competenze, la stesura del curriculum vitae, l’erogazione di informazioni relative alle agenzie territoriali di collocamento lavorativo o di riqualificazione professionale e la disponibilità a visionare i principali siti internet di incontro domanda-offerta. Saranno anche garantiti accompagnamenti specifici delle utenti presso i principali Enti che si occupano di inserimento lavorativo e che operano attivamente all’interno della rete istituzionale, quali i Centri per l’Impiego e gli Enti preposti.
Un altro grande ostacolo che spesso le vittime di violenza domestica devono affrontare per raggiungere l’autonomia, è la mancanza di una adeguata sistemazione abitativa.
L’operatrice del Centro Antiviolenza, attraverso un percorso di orientamento e accompagnamento, aiuterà la donna nel trovare una soluzione, affidandosi anche alle risorse territoriali e agli Enti preposti.